nonverbale 1

La comunicazione non è al 93% non-verbale, e voglio dirlo a gran voce. 

Proprio a causa delle tante imprecisioni che leggo continuamente, sento di dover e di voler fare molte precisazioni a tal proposito.

Mehrabian, in una ricerca che risale al 1972, individua 3 canali della comunicazione: verbale, paraverbale (uso della voce, etc…) e linguaggio del corpo. Questi ultimi due canali, messi insieme, rappresentano la componente NON-VERBALE della comunicazione. Nel suo studio, Mehrabian individua delle percentuali di influenza differenti, ma purtroppo lo studio è stato diffuso e riportato in modo impreciso. Per questo leggiamo ovunque frasi e testi del tipo “La comunicazione è al 7% verbale, al 38% paraverbale e al 55% non-verbale (e sarebbe più preciso dire “linguaggio del corpo”. NON C’È NULLA DI PIÙ FALSO!

Quando incontro qualcuno (e sono molti) che sostiene questa tesi, lancio due sfide: gesticolo e faccio qualche vocalizzo e poi gli dico che dovrebbe aver capito almeno il 93% di quello che ho detto; e poi gli chiedo di dirmi “sono andato a comprare due bottiglie di acqua”, senza usare il verbale; tanto gli ho tolto solo il 7%!

Risultato? Finalmente mettono in discussione ciò che per anni hanno ripetuto senza mai andare a fondo negli studi e le ricerche, e senza mai mettere in discussione ciò che viene sbandierato da pseudo-guru come la “verità”.

La parola per l’essere umano è importantissima, e non a caso i due canali in oggetto vengono definiti per negazione: NON-VERBALE. Questo già ci dice che il verbale è fondamentale.

Ma vediamo quali sono gli errori che vengono spesso commessi nel riportare gli studi di Mehrabian:

1 – le percentuali individuate dalle studio rappresentano le percentuali di INFLUENZA che i diversi canali esercitano sull’interlocutore. Quindi non è la quantità di informazioni, né la valenza dei singoli canali;

2 – queste percentuali sono valide solo in due casi: quando almeno uno dei tre canali è discordante dagli altri due, e quando si fa riferimento a messaggi con valenza emotiva.

Questo vuole dire che se dico “Mi sento bene”, ma ho un’espressione di tristezza sul volto, il mio interlocutore sarà influenzato più dalla mia espressione che dalle mie parole, ma solo perché il messaggio ha una valenza emozionale e perché i canali (in questo caso verbale e linguaggio del corpo), inviano messaggi contrastanti tra loro.

Se fosse vero quanto asseriscono la maggior parte dei formatori malati di “non-verbalite” (vi chiedo scusa per lo “sfogo”), non avremmo i politici che abbiamo, che a parole ci prendono in giro quotidianamente. Anzi, gli studi di Paul Ekman hanno evidenziato che solo una minima percentuale della popolazione, tra l’1 e il 2%, è naturalmente abile a leggere correttamente la comunicazione non-verbale. Per questo la parola, per l’uomo, è importantissima.

Ovviamente è importante sviluppare la capacità di allineare i tre canali della comunicazione e migliorare la propria capacità di essere congruenti. Ma così come, in un’ottica strategica, a volte si può essere volutamente incongruenti, soprattutto su alcune domande e/o indicazioni in fase di coaching e consulenza.

Per noi, come società di formazione, VERBALE e NON-VERBALE sono due ruote di uno stesso veicolo: devono essere della stessa grandezza e ben equilibrate entrambe. Devo saper guardare il mio cliente così come devo saper scegliere le parole giuste, devo saper leggere i segnali del corpo e del para-verbale, così come devo fare attenzione alle parole usate, devo saper usare la CNV in modo strategico così come devo saper fare domande strategiche.

Mi auguro di aver dato il mio piccolo contributo e di aver fatto chiarezza su questo tema.

Buon verbale e buon non-verbale!

Piercarlo

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2 Response Comments

  • Catia Vagni  Maggio 13, 2019 at 2:32 pm

    stai sbagliando tu, a LIVELLO EMOTIVO il messaggio verbale vale il 7%….si parla di PARTE EMOTIVA….pirla! ahahahahahah 🙂

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    • admin  Maggio 14, 2019 at 2:05 pm

      Catia, ti ringrazio per il tuo commento. È un classico esempio di analfabetismo funzionale che porta a commentare senza leggere, su base pregiudiziale o dopo aver letto solo il titolo, solo poche righe o senza aver capito. Ti ringrazio anche perché, anziché commentare portando ad esempio riferimenti a ricerche scientifiche o esprimendo, semplicemente, il tuo punto di vista con educazione ed eleganza, sei partita impulsivamente con un’aggressione offensiva. Ma sappiamo che l’impulsività ha poco a che fare con l’eleganza comportamentale e comunicativa, che invece è tipica di chi lavora sul proprio Equilibrio Emotivo (libro di cui ti consiglio la lettura e che puoi acquistare al seguente link: http://amzn.to/2kvSRFY
      Oltre a ringraziarti ti auguro di non incontrare mai un “pirla” come me… e a me auguro di non abbassarmi mai ad usare un linguaggio colorito come il tuo, non solo pubblicamente e con persone che non conosco (come in questo caso), ma anche e soprattutto con le persone a me più care ^_^

      Rispondi

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