“Maledizione, pensai, come è sleale il rossore (Gabriel Garcia Màrquez)
Sarà capitato a tutti, almeno una volta: colti in fallo o sopraffatti dalla rabbia, di essere invasi da un imbarazzante “colorito”, spesso preceduto da un senso di calore, tanto rapido ad arrivare quanto lento a lasciare le nostre gote.
Ma da cosa è causato quel rossore?
Si tratta di una manifestazione fisiologica, il risultato della termoregolazione e si manifesta a seguito di una forte emozione che causa una improvvisa attivazione del Sistema Nervoso Simpatico, che invia il segnali affinché si dilatino i piccoli vasi sanguigni di viso e corpo.
Dal momento che può essere percepito da altre persone, arrossire può avere, al pari di altri cambiamenti fisici, la funzione di segnale sociale.
In genere il rossore è localizzato a livello delle guance, ma quando il senso di disagio è forte, può coinvolgere anche il collo, la fronte, le orecchie e, in alcuni casi, la parte alta del torace.
Arrossire non è la risposta specifica ad una singola emozione. I principali fattori scatenanti possono riguardare l’ambito delle relazioni interpersonali. Generalmente chi viene messo al centro dell’attenzione o chi è costretto a parlare in pubblico, può arrossire. Ma si può arrossire anche, come già accennato, per rabbia e può essere un chiaro segnale di tensione.
In ogni caso, quando ci troviamo in compagnia di qualcuno che arrossisce, piuttosto che farglielo notare, rischiando di far diventare il povero malcapitato paonazzo, cerchiamo di porre le giuste domande e di mettere a proprio agio la persona in questione. Se invece siete voi ad arrossire, siatene lieti! Il mio professore di italiano provava invidia per coloro i quali ancora conservavano questa reazione: per lui era un chiaro segnale di purezza, nel bene e nel male.
Dal canto mio, quando mi capita (spesso, le mie orecchie sono un semaforo!), non faccio altro che manifestare quel momento imbarazzante esordendo con un semplice: “ecco, sto per arrossire!”
Negarlo o cercare di fermarlo renderebbe tutto molto più evidente, tanto vale viverlo!
Paola Dell’Aversana
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