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Sai gestire le emozioni?

Rabbia, gioia, paura, tristezza… Le emozioni determinano la qualità della nostra vita. Hanno luogo in ogni relazione che conti: sul luogo di lavoro, in famiglia e nei vari scambi che ci troviamo a sostenere. Esse possono salvarci la vita, ma anche renderla più difficile.

Il motivo per cui le reazioni emozionali tante volte ci mettono nei guai dipende dalla loro intensità, potremmo infatti:

  • provare e manifestare l’emozione giusta, ma ad un livello di intensità errato (ad esempio quando preoccuparsi di qualcosa è giusto, ma a volte questa preoccupazione diventa quasi un’ossessione);
  • proviamo l’emozione giusta, ma la manifestiamo in maniera errata (ad esempio quando provare rabbia è un sentimento più che lecito, per certi contesti, ma esageriamo nell’esternarlo agli altri);
  • provare l’emozione sbagliata (ad esempio provare paura quando non avremmo proprio dovuto sentirla).

Proprio per questo motivo, saper gestire le emozioni e riconoscere quando e perché insorgono potrebbe portare ad un maggiore controllo e, di conseguenza, ad un miglioramento della qualità della nostra vita e dei nostri scambi relazionali. Inoltre, è bene sapere che ogni emozione genera uno schema specifico di sensazioni fisiche: assumendo più consapevolezza possiamo renderci conto delle nostre reazioni in tempo per avere qualche possibilità di decidere se lasciarle esprimere o se intervenire. Ciascuna emozione è accompagnata da segnali specifici, identificabili nella voce e nell’espressione facciale.

A tal proposito il dottor Paul Ekman, in base ai suoi studi, decretò che le emozioni di base sono espresse allo stesso modo in tutto il mondo. Per questa ragione, si cominciò a parlare di microespressioni: ossia movimenti facciali ultrarapidi che durano meno di un quinto di secondo. Esse sono un’importantissima “fuga di notizie”, poiché rivelano un’emozione che la persona sta tentando di celare. Ecco perché un’ espressione fasulla può tradirsi in un sacco di modi: generalmente ha una lievissima asimmetria e appare o scompare dal volto senza fluidità.

Sulla base di queste osservazioni si delinearono quindi sei microespressioni universali: rabbia, gioia, tristezza, paura, sorpresa, disgusto o disprezzo. Imparare a capire e riconoscere le loro manifestazioni può davvero aiutarci in una gestione più corretta della nostra emotività e di quella altrui.

Ilaria Carlucci

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